Anestesia totale e isteroscopia operativa: gli effetti collaterali che nessuno vi dirà

Quando un'anestesia totale si rivela un viaggio di cui non ricordi nulla.


Quasi una settimana fa ero sul letto operatorio per un intervento. Non si trattava, per fortuna, di un'operazione complicata, per i chirurghi è totale routine, come per alcuni di noi accendere il pc la mattina.

Ma io ero preoccupata. Le mie ansie erano rivolte soprattutto alla possibilità di una trombosi causata dalla malattia genetica che ho, ed anche se tutti i medici mi avevano rassicurata, si parla sempre di un'operazione. Avete notato che quando dovete subire un intervento, sembra che tutti lo abbiano già fatto prima di voi? Come se foste l'unica persona a non aver mai fatto la tal cosa. Bene, ora lo metto tra i "ce l'ho", ma sinceramente non lo rifarei volentieri. Io quelli che dicono di non aver paura non li sopporto (l'anestesista mi ha poi confermato che son i peggiori, i finti tranquilli), ho paura, la affronto, ma ho paura. Perché negarlo? Mio fratello e mia mamma a Roma, Nello sarebbe potuto arrivare solo il pomeriggio.

Non avevo avuto modo di preoccuparmi molto prima, visto che una settimana dopo la preospedalizzazione ero stata chiamata e due giorni dopo ero in reparto (abituata ai tempi biblici negli ospedali romani non mi aspettavo tanta celerità).
Mi avranno chiesto allo sfinimento se avessi mangiato o bevuto dalla mezzanotte, quando invece la sera prima ho ingurgitato solo una minestrina triste, mentre osservavo mia suocera e il Nello mangiare mozzarella di bufala, bruschette, torte e tutto quello che di buono era arrivato dal sud e tristemente il mio stomaco brontolava. Non mangiare è stata la cosa più dura, come quando ho curato i denti! La notte, sapendo di non poter bere, avevo più sete di un Touareg nel deserto.

medicina, anestesia


Mi sono preparata tra la paura delle altre, ci siamo svestite di corsa, gli abiti buttati da una parte ed ecco la sexy camiciola verde con la cuffietta, vedo non vedo, anzi vedo e basta, le coperte di lana del letto di ospedale come quelle marroni dei militari. Ci hanno fatto stendere e inserire un ovulo, 40 minuti per aprirlo e ad una di noi è schizzato via dalle mani. Mi hanno legato le gambe come prevenzione, le mille domande e quelle battute che faccio sempre per stemperare la tensione. In sala operatoria ho chiacchierato come al solito, due battute per sdrammatizzare, le infermiere sono state dolcissime e l'anestesista mi ha ricordato in tono sarcastico che sono la paziente ideale, grazie alle diverse allergie, ci abbiamo scherzato su ma le ho detto di avere paura, mi hanno messo la mascherina e ciao ciao.

Mi risveglio tra schiaffi e persone che mi chiamano (mi diranno poi che c'è voluto un po' per farmi svegliare), mi sento confusa, ma capisco e parlo coi medici che mi chiedono alcune informazioni sulla mia cartella clinica. Ho una fantastica sensazione di benessere, nonostante i dolori, l'anestesia è una droga e ti lascia fatto di rincretinimento. Parlo, rispondo, sento tutto ma sono confusa, mi riportano in camera.

Torna anche la ragazza dopo di me e mi ringrazia perché le ho fatto fare tante risate e fatto passare la paura, è entrata in sala operatoria ridendo. Inizio a capire di aver fatto qualcosa di cui non ho memoria. Qualcuna piange, io cerco di ricordare cosa ho detto, devo averne fatta una delle mie.

Tutto ciò che voglio è mangiare e bere (per un problema non riescono a farmi una flebo), inizio a diquisire di lasagne, torte con la panna, pop corn e spritz. Non mangio da un giorno ed ho più fame del terzo mondo. Sono divorata dalla fame e quando mi portano una tazza di tè con due fette biscottate sono io a divorarle con una goduria tale, come se fossi a Villa Crespi da Cannavacciuolo. Mi mangio anche le 3 stelle Michelin.

La sera tardi il chirurgo entra per valutare il nostro stato, è serio, severo e non ha voglia di scherzare dopo una giornata di interventi, poi arriva al mio letto, mi guarda e si mette a ridere, poi dice: "ah, è lei signora! Come dimenticarla! Grazie per averci fatto fare tante risate, non avevamo mai riso tanto in sala operatoria, avremo il buonumore per tutta la settimana!". Rispondo candidamente che non ricordo nulla ma, a questo punto, ho capito di aver fatto una colossale figura di merda. Glielo dico, tanto ormai so che una parolaccia non riporterà indietro al momento dell'effetto collaterale. Mi dice di chiedere alle altre e intanto sorride, gli ho fatto fare grasse risate.

Ok. Finiamo di parlare di incombenze mediche ed esce. Ho un vago senso di vergogna. Mi raccontano che appena sveglia ho inizato a ridere da sola e ad urlare così forte da essere sentita nelle sale, nelle stanzette di accesso e nel corridoio. Non di dolore, urlavo a tutti: "Grazie, siete fantastici, vi voglio bene, ho sognato, ho sognato un sacco, ho sognato cose bellissime, ho fatto tanti sogni". Ho afferrato chirurgo e infermiere dicendo di amarli, dicendo ti amo che neanche Rocky urlando Adrianaaaaaaaaa, tutti ridevano e io ringraziavo e ricordavo che esperienza bellissima, ridendo come una pazza suonata e fermando tutti per dirlo a gran voce, anzi per strillarlo.

Mi hanno raccontato che una signora che era in attesa in sala pre-operatoria, mi ha sentita ed ha chiesto la stessa anestesia che avevano fatto a me. Un po' come "Harry ti presento Sally"!

Ho visto ragazze tornare in lacrime dopo l'intervento. Io mi sono limitata ad una sana, benefica, unica, plateale, figura di merda.
Però ho stretto amicizia con tutti e quando ho lasciato il reparto mi era sembrato di aver trascorso una giornata in allegria. Ma non lo rifarei.
Specialmente per gli effetti che l'anestesia totale ha su di me.

La sera hanno prescritto un pasto leggero, ma non vi dico neanche quanto io abbia mangiato. L'anestesia mette fame, per chi come me ne ha già di suo è un invito a nozze. E poi devo riprendermi dall'anemia e quindi ogni scusa è buona per mangiare! I giorni successivi sono arrivati i dolori e la sensazione di benessere è sparita, ma almeno sono lucida, presente e lontana dalle pessime figure.






P.s. Ringrazio di cuore l'equipe dell'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, le infermiere Anna e Giovanna, l'anestesista Anna, il chirurgo e la ginecologa. Le amiche blogger che mi hanno inondato di messaggi. Mia suocera che si è precipitata da Roma con il treno e mi ha sfamata!


Commenti

  1. Ahahah...Divertente aneddoto...spero che ora vada tutto bene...Un abbraccione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono in attesa del controllo, ma mi sono ripresa alla velocità della luce, a parte qualche piccolo fastidio ♡♡♡

      Elimina

Posta un commento

I più letti!