Come vestirsi alla Scala di Milano?

Metti una sera al Teatro alla Scala.
Come ti vestiresti? Sai che c'è un'etichetta che un tempo si rispettava? E se ti arrivasse un invito all'ultimo momento?

Inizia tutto con un messaggio di un'amica di Milano che mi chiede se io sia interessata ad andare la sera ad un balletto alla Scala. Certo, sono libera proprio stasera, si può fare. Ma...la Scala?? Da sempre un mio sogno e finalmente riuscirò a realizzare un'altra esperienza meravigliosa.
Peccato abbia solo mezza giornata per decidere cosa indossare (stiamo parlando di donne, esseri che acquistano 6 abiti diversi per una cerimonia con 9 mesi di anticipo per poi dire di non aver nulla da mettere).
La mia amica si scatena in una performance degna dei migliori anni '90 della mia adolescenza: cosa mi metto? serve il lungo? borsa o pochette? pioverà? è una prima? un serale? quante ore prima andiamo? saranno buoni i posti? abito nero? sono ammessi altri colori? mi sembra di essere tornata alla mia prima sera in discoteca, a cui precedette un simposio con le amiche che in confronto le menti del design Armani sono i venditori ambulanti di Porta Portese.

Stabiliamo di andare con largo anticipo (ovviamente poi siamo arrivate in ritardo) per goderci il pre-serata del balletto, la mia amica sceglie il suo outfit ed io che sono una donna non comune non perdo molto tempo a pensare cosa mettere, apro l'armadio e realizzo che i miei due tubini neri sono a Roma, perciò prendo pantaloni neri morbidi, camicetta di voile, giacca, filo di perle, cappotto, una borsa non troppo grande ma che possa contenere il baule di oggetti che mi trascino dietro, cappellino e naturalmente sotto calze 50 den e maglia di lana: quando hai 38 anni, piove e fa freddo è inutile lottare contro i reumatismi!

scala di milano


La sera alla Scala come da programma è un sogno, abbiamo posti splendidi sotto il palco, il balletto magico e ipnotico, entrando si respira storia e fascino, tutto è perfetto, mi sento bene, ho i capelli freschi di piega, truccata con cura, sono vestita sobria ma non troppo elegante, incontriamo anche la divina Carla Fracci al guardaroba. Tutto è perfetto. Tranne l'abbigliamento di alcune persone.

Signori, siamo alla Scala di Milano, non al Burgher King e se lo dico io che normalmente giro in tuta, struccata, Converse e jeans d'ordinanza, allora credo sia un'etichetta dovuta, anche se ti danno un preavviso per la serata di poche ore. Bisogna avere rispetto per il luogo e gli artisti a cui ci si avvicina. Ok, non stiamo parlando della prima alla Scala con tanti vip, non sto dicendo che bisogna vestirsi come le cene a Downton Abbey, ma ad un balletto così elegante e raffinato non puoi presentarti in Jeans, con lo zainetto Eastpack, col maglione a collo alto con la zip, con i capelli legati col mollettone e continuare a scattare foto col flash anche se ti è stato chiaramente detto che durante lo spettacolo non si può.

Non siamo nella favola di Cenerentola dove serviva la fata per donarti un vestito regale, oggi basta scendere sotto casa dal cinese per acquistare abito e borsa a 10 euro. Tutti hanno un tailleur nell'armadio e non sto parlando di marche, puoi essere fine ed elegante con una giacchina del mercato e una pochette di Zara, senza spendere cifre astronomiche. Io detesto chi indossa solo capi firmati, trova il tuo stile, il tuo modo di essere che non può dettarti una marca, ma non presentarti col maglione con le trecce da rifiugio in montagna.

Alla Scala col pantalone zig zag e i jeans no. Non si può. Persone che urlavano da un palco all'altro per salutarsi, hanno ucciso milioni di libri e di film ambientati in teatri silenziosi e carichi di fascino, momenti sussurrati e sguardi da romanzo. Chi chiudeva le porte dei palchetti neanche stesse arginando la diga del Vajont. Persone con il piumino sportivo ripiegato come una salsiccia sulle gambe, che ignorano l'esistenza del guardaroba (gratis!), la tipa col tacco 12 e il vestito mini maculato, la ragazza con jeans, tronchetti marroni e giacchina di paillettes giallo lucente, magari anche di un noto marchio, ma la risposta è sempre una, no.

Nelle prime file ospiti inglesi per cui noi italiani siamo un esempio di moda e di arte, lei con abito lungo rosso scuro, curata il giusto, lui con lo smoking. Inglesi che ci danno lezioni di stile.
Menzione d'onore al commenda accanto a me, vestito di tutto punto, rolex d'ordinanza, anello al mignolo, pochette nel taschino, che ha dormito tutta la durata dello spettacolo, per scoppiare in un fragoroso applauso alla fine. Il mio nuovo mito, ha portato la moglie alla Scala, in una piovosa e fredda sera di gennaio, per farla felice mentre lui dormiva beatamente accompagnato dalle note del maestro.

Terminato il sogno siamo andate a cena da Spontini (nota catena milanese di pizza al trancio). Gioiose, estasiate, ebbre di danza e ben vestite, felici di essere fuori luogo tra i tanti jeans e ugg, ma di essere entrate con rispetto in un tempio sacro della musica e del ballo: al teatro alla Scala non si va in pelliccia ma, una volta tanto, ci si veste bene e si vive un sogno.

Commenti

  1. Anche io mi sarei fatta mille paranoie e avrei cercato di vestirmi in maniera decente...comunque incredibile, avrei voluto esserci per vedere con i miei occhi! Piuttosto la Carla Fracci...com'era vestita?

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    1. Di bianco come di consueto! Eterea e gentile. Formato tascabile.

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  2. Alla fine ce l'ho fatta! E ne è valsa la pena! Il filo di perle e le calze 50 den è assolutamente anche da me. Sono davvero felice per questa tua serata inaspettata e così intensa e ti ringrazio per averla condivisa. Complimenti & abbraccione

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    1. Grazie Claudia! Si è trattato di un regalo davvero bello e inaspettato delle mie nuove amiche milanesi Luce e Luna. Una menzione era d'obbligo. Felice che il post ti sia piaciuto!!!

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  3. Che bel post! E' vero, purtroppo ancora molti non hanno capito che il teatro è uno di quei pochi luoghi che, per fortuna, ha mantenuto un dress code che, volenti o nolenti, bisogna rispettare. Come hai detto tu, si è a teatro, per di più alla Scala, un vero tempio dell'arte, e non al Burger King.
    Anche io mi sarei vestitain questo modo, oppure anche con un bel tailleur o un tubino nero. Andare alla Scala è un mio grandissimo sogno che spero un giorno di realizzare, non vivendo purtroppo a Milano. Per curiosità, che balletto siete andate a vedere? Adoro il genere :)

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    1. Goldberg-Variationen. Davvero superlativi. Sono d'accordo con te, sono quei luoghi magici a cui bisogna avvicinarsi con rispetto! É stata una delle esperienze più belle della mia vita!

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  4. Vestiti tirolesi ammessi. La scala l'hanno fatta gli austriaci

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