Blue Valentine

Tutti gli anni, inesorabile come Sanremo, durante il mese di febbraio si scatena l'ormai annosa questione:
San Valentino sì, San Valentino no.

La festa affonda le sue radici già nel paganesimo, come rito per la fertilità e intimità, per poi divenire una ricorrenza anche cattolica. 
Tralasciando l'aspetto agiografico del santo (che quindi per un cattolico praticante andrebbe onorato come tutti gli altri), il povero Valentino è perenne oggetto di discussioni, diatribe, odi e amori. Povero perché comunque martire e ancora molto bistrattato dai non innamorati o dagli innamorati non corrisposti. 

San Valentino, per chi è attento alle mode, costituisce una irrinunciabile occasione di spesa, regali, fiori, cioccolatini. Per chi è single costituisce una valida opportunità per ribadirlo. Per chi non è corrisposto costituisce un ottimo giorno in cui "tagliarsi le vene" con romantici film e quantità industriali di patatine fritte. Per chi è cornuto e non lo sa vale la prima. Per chi è cornuto e lo viene a sapere, auguro sempre non in questo giorno. 

I più ormai tendono a identificare questa data come quella dell'amore in generale, che sia verso amici, parenti, nipoti, genitori, animali. Infondo la storia questo ci dice: il potere dell'amore di Valentino diede di nuovo la vista alla sua amata, peccato che lei non poté vederlo perché venne giustiziato e le lasciò solo un biglietto: "dal vostro Valentino". Questo racconta la leggenda e questo è il potere dell'amore, che voi vogliate indirizzarlo verso chiunque.

L'amore anche come forma di sacrificio, amore estremo, amore che non è solo parole, cuori e promesse, amore che va oltre ogni umana comprensione, amore fino alla fine; e secondo me chi è innamorato dovrebbe festeggiarlo per questo!


Dovrebbe festeggiare per ogni singola volta che avrebbe voluto tirare un pugno all'innamorato/a, per ogni volta che ha sopportato, compreso, atteso, sperato, supportato, sollevato, immedesimato, aiutato, asciugato lacrime e dolore. Non solo per i momenti belli, ma invece, soprattutto in quelli brutti, quelli in cui stare insieme è stato davvero difficile. Un giorno per dire: "noi ci proviamo, nonostante tutto, perché c'è l'amore".

Un giorno per dirsi: "anche quest'anno hai fatto del tuo meglio". Un po' come gli anniversari, festeggiate anche voi stessi. Da soli. Se siete in coppia per i motivi che ho detto, se siete da soli perché lo stare da soli non richiede meno lavoro e impegno, se non siete ricambiati, per gratificarvi di tanta sofferenza. Riconoscete a voi e all'innamorato/a la giusta importanza.

Che l'amore sia verso tutti è giusto e vero, ma per gli altri c'è sempre un giorno dedicato, per i nonni, per i genitori, per chi vorrete voi. Perciò, come si dice a Roma "stacce", anche se sei single. Io, per dire, alla festa del papà sto da schifo, ma non per questo penso che sia un giorno inutile o che non dovrebbe esserci.

In ultimo, non fatevi prendere dall'aspetto commerciale della cosa, una sola volta l'ho festeggiato canonicamente come molte coppie e dormo ancora con la paura di quell'incubo horror, la voce del cantante neo melodico napoletano nella grande villa ai castelli è ancora viva nelle mie orecchie e la pizza a forma di cuore mal digerita. Festeggiatelo nello spirito della coppia che siete tutti i giorni.

E per chi invece, durante gli altri 364 giorni, ha pensato bene di mettere qualche cornino, un solo appunto: siete penosi. Assumete le vostre responsabilità, siate adulti, siate onesti. Magari non in questo giorno. Smettetela di essere ridicoli.

Che sia la festa dell'amore, ma quello vero, non quello da vetrinetta sui social, quello che auguro a tutti di trovare, quello che c'è in pigiama, come in gran tiro, quello che ti ama per come sei, quello che ti dice di amarti.

P.s. i Baci li vendono tutto l'anno, i fiori anche, i regali, le cene pure, la collaborazione domestica, la gentilezza, l'empatia, la comprensione, il supporto, il rispetto, se li attuate sempre non è che qualcuna si offenda, anzi. 

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