Diverso da chi?

In questi giorni sento molto spesso parlare di "tolleranza", "diversità", "accettazione"... ma di cosa?
Già il fatto che vengano utilizzati questi sostantivi, mi fa pensare che siamo fuori strada, perché presupponiamo che esista una situazione "normale" e, di conseguenza, una "diversa".
Io non devo tollerare nessuno per la sua diversità, ne accettarlo.
E' come se qualcuno mi dicesse:
"ti tollero perché sei eterosessuale".
La verità, secondo me, è che facciamo molto i progressisti, ma ancora non abbiamo assimilato del tutto il concetto di normale e diverso.
Ciò che è normale per noi sarà sempre diverso per qualcun altro, perché sono le nostre esperienze, il nostro vissuto, le nostre abitudini a darci la misura della nostra normalità.
Per noi è normale mangiare carne mucca o maiale, mentre in altri paesi è assolutamente vietato, per alcuni è altresì normale mangiare carne di gatto o di cane, mentre noi ci scandaliziamo al solo sentirne parlare.
Siamo specisti in tutto e per tutto.
E veniamo educati allo specismo, alla diversità, alla disuguaglianza.
Io sono sinistrorsa e già da piccola ho vissuto il piccolo trauma che hanno le minoranze, le persone che fanno le cose diversamente. A partire dal fatto che devo dirmi "mancina", gli altri bambini mi hanno sempre vista diversa ed ho trovato perfino degli adulti che mi chiedevano la cosa più insulsa del mondo: "come fai a scrivere con la sinistra?" che sarebbe come chiedere perché scrivi con la destra o perché respiri....
Fortunatamente sono stata educata al valore della differenza, al fatto che avere una peculiarità fosse normale ed vantaggioso, che essere una voce fuori dal coro permette di avere un punto di vista completamente opposto, non migliore, semplicemente diverso. Perché la massa fa la normalità. E da grande ho scoperto che essere mancina ha i suoi grandi vantaggi. Eppure ancora adesso mi chiedono con stupore: "sei mancina??" quando mi vedono scrivere. Come se io chiedessi ad ogni persona: "sei destro??????" per essere, così, guardata di traverso.
E' un piccolo e banale esempio, ma, secondo me, rende l'idea.
Io non devo tollerare nessuno, io non devo dire che amo tutti indistintamente e che #lovewins, perché se mi stai sulle balle puoi essere etero, gay, di destra, di sinistra, dei pesci, dello scorpione, lesbica, destro, mancino ecc ecc... e se ti voglio bene, te ne voglio in modo del tutto spontaneo e naturale.
Per questo trovo assurdo che oggi si parli ancora di accettare i matrimoni gay, delle coppie di fatto, di alcuni diritti che, per me, dovrebbero essere acquisiti naturalmente alla nascita.
Fino al 1946 in Italia non avrei neanche potuto avere diritto al voto, eppure adesso lo considero un diritto naturale.
E non devo aspettare di essere gay, lesbica, separata, divorziata, disabile, figlia dei fiori, alcolizzata, malata, studente, madre, nonna, casalinga, lavoratrice, prostituta, per pretendere di avere dei diritti e lottare affinché vengano riconosciuti.
Naturalmente è solo la mia opinione, perdonatemi, ma noi mancini abbiamo notoriamente qualche rotella fuori posto!


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