Pensavo fosse amore, invece era un calesse

Quando finisce una storia, che sia per nostro volere o della controparte, ci ritroviamo a vivere un momento di buio assoluto.

Niente ci sembra avere più senso, niente riesce a darci la benché minima gioia, tutto ciò che facciamo viene costantemente paragonato a quando lo facevamo con la nostra (ex) metà della mela, anche se poi nella realtà dei fatti, non abbiamo fatto molte cose insieme o le abbiamo vissute male, tra litigi ed incomprensioni. Eppure, quando ci lasciamo, il passato sembra assumere un'aura di incanto, costellata di momenti meravigliosi che ci convinciamo non torneranno più.

A nulla valgono le frasi consolatorie di amici stretti e parenti, che subiscono il nostro nervosismo e la nostra tristezza cosmica.
E' un fatto ineluttabile il vedere tutto completamente nero e gli esempi che ci vengono posti e forniti con dovizia di particolari, dell'amica o del parente che, dopo la fine di una storia, ha trovato l'amore della vita, si è sposato dopo pochi mesi, oppure ha avuto un figlio a 40 anni, non migliorano la nostra condizione di pessimismo; anzi, ci innervosiscono, perché abbiamo l'assoluta certezza che per noi non sarà così.

Vaghiamo persi nelle nostre giornate grigie che sembrano tutte uguali e di cui abbiamo perso il filo conduttore, non abbiamo slanci, stimoli, voglia di fare, ripensiamo continuamente alla persona che abbiamo tanto amato, un semplice film può riportarci alla mente giornate felici che non torneranno, una tazza per la colazione ci fa tornare alle mattine trascorse insieme e ci sembra come se quella persona possa essere ancora lì, che torni tra un minuto, perché in casa c'è ancora la sua presenza e le tracce lasciate ancora ben evidenti, che aleggiano tra le stanze, ci creano delle microfratture nel cuore.



Superato un primo momento iniziale, possiamo provare ad andare avanti nei modi più disparati:
C'è chi preferisce trascorrere le proprie serate in casa davanti ad un romantico e tristissimo film d'amore, con patatine fritte e nutella al seguito, chi si butta a capofitto in uscite serali, bevendo e cercando conforto tra gli amici, chi non riesce più a stare in casa, chi inizia a passare da una storia senza amore all'altra, chi sul lavoro, chi in piscina o in palestra allo stremo delle forze.
Sono tutti atteggiamenti più che logici, anche se ci sembra che manchino di noi, del nostro carattere, del nostro modo di fare e pensare, ma che invece sono propedeutici alla nostra rinascita.
Ci sembra di aver perso il filo della nostra vita e che l'amore non tornerà mai più a bussare alla nostra porta.

Possiamo fare una sola cosa in questi casi: lasciare che sia così. Abbandonarci a questo stato che avrà sicuramente un termine fisiologico, ma che per ora è nel pieno occhio del ciclone. Non possiamo far altro che vivere questo dolore, piangere se necessario, compatirci, crogiolarci nell'infelicità, sentire sulla pelle tutto lo sconforto di questo mondo, anche se siamo consapevoli che ci sono problemi molto più grandi, che ci saranno nella nostra vita difficoltà davvero insormontabili, che siamo sempre stati forti ed abbiamo superato prove più difficili.
Ma per adesso ci meritiamo di vivere appieno tutta la nostra sofferenza.
E poi ripartire.
Lasciarsi trascinare da questo dolore, finché non arriverà il momento giusto per ricominciare da noi stessi, per ritornare a vivere più forti e più sensibili di prima.
Quando tutto ciò potrà accadere, per adesso ci sfugge, ma non preoccupatevi, saprete coglierne ben presto i segnali. E se non ve ne accorgerete da soli, ci penseranno parenti ed amici che ricominceranno a vedere di nuovo il sorriso sul vostro volto.

Tempo al tempo. Pianto al pianto. Cibo spazzatura al cibo spazzatura. Birra alla birra. Notti brave alle notti brave. Insonnia all'insonnia.
E tanta pazienza. Non voi, ma chi vi sta intorno!

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